martedì 25 agosto 2015

Magnanti Ugo, L'edificio fermo

Questo è un mondo strano, un mondo in trasformazione, senza dubbio; in cui la modernità progredisce con illogica anarchia: a macchia di leopardo, si direbbe, senza una vera costante che dia coesione al tutto. Ecco quindi che, oggigiorno, viaggiare da Roma a Madrid, da Milano a Parigi, da Napoli a Monaco sia più veloce ed economico che avventurarsi per la più vicina provincia. Gli scambi crescono, forse, tra le grandi capitali: ecco quindi che la grande poesia, l’unica che ancora un po’ si legga, e che ancora abbia mercato, sia quella dei classici, ma soprattutto degli stranieri. Invece, se si ha la fortuna, ma anche la sfortuna di vivere ed operare qualche chilometro più a sud di una capitale, mettiamo Roma, ecco quindi che gli sforzi si moltiplicano per poter salire sul treno della grande poesia europea.
Colpa di una liberalizzazione selvaggia delle merci, dei capitali, ma anche delle persone, delle cose, delle idee. Certo la rete aiuta, ma da sola non basta. Ugo Magnanti con L’edificio fermo, pubblicato da FusibiliaLibri, Vetralla, 2015, si presenta, a noi lettori, come uno dei poeti più interessanti della “nuova ondata” della Scuola Romana di Poesia. E lo fa, non dalle pagine di un giornale o dall’assalto di una rivista, ma dalle pieghe di un libro, curato fin nei minimi dettagli, come è nello stile di FusibiliaLibri.

mercoledì 12 agosto 2015

Rosselli Amelia, Le Poesie.

Amelia Rosselli è una figura chiave della poesia italiana del ‘900, e non solo. Amelia Rosselli, infatti, ha fatto parte del Gruppo ’63, quindi della neoavanguardia, o delle cosiddette avanguardie fredde (per riprendere una distinzione di Maurizio Calvesi), ovvero di quel filone artistico che riproponeva in poesia, temi vicini a un certo concettualismo e formalismo: l’infrazione della forma portava necessariamente a un nuovo significato, poetico e culturale. Dall’altra parte della barricata, le avanguardie calde, tra cui, uno dei filoni più importanti La scuola romana di poesia, una scuola neo-classica sicuramente; in cui il recupero della tradizione, classica e latina anzitutto, si scontrava con una modernità senza confronto: una rivoluzione sul contenuto, sul messaggio, nell’ottica di una battaglia civile e culturale, per i diritti civili, la democratizzazione della cultura e il benessere economico delle classi meno abbienti.
La disputa annosa tra avanguardie fredde e calde infuriava nelle riviste letterarie dell’epoca, riecheggiando in parte la dicotomia surrealista di bretoniana memoria tra chi sosteneva l’arte per l’arte o l’arte per la rivoluzione.
Amelia Rosselli ha rappresentato e tutt’ora rappresenta il superamento di questa dialettica, in favore di una poesia italiana finalmente contemporanea.