venerdì 11 dicembre 2015

MirellaCultura, 42 Voci Per La Pace


Può la poesia fermare le bombe sulla Siria e gli attacchi terroristici dell’Isis? Può la poesia salvare il mondo? Perché no? In questo mondo, talmente assurdo e folle sembra permessa ogni logica. E allora stiamo al gioco e proviamo a rilanciare.

domenica 1 novembre 2015

Pasolini Pier Paolo, 2 Novembre 2015

Il 2 Novembre ricorre il quarantennale della morte di Pasolini e, come mai prima d’ora, si
moltiplicano in tutta Italia le iniziative per tenere viva la sua memoria.

Pasolini ha lasciato un grande vuoto. Un vuoto che nessun intellettuale o artista italiano nato dagli anni Trenta agli anni Settanta è mai riuscito a colmare. Si dice, pasolinianamente, che l’omologazione della società dei consumi non ha dato modo alle “nuove voci” di germogliare, uno degli ultimi esempi è la fusione tra Rizzoli e Mondadori.

mercoledì 30 settembre 2015

Berger John, Il fuoco dello sguardo


Raccontare per immagini la poesia dello sguardo: la fotografia non è altro che un’istantanea del reale, ovvero un frammento del discorso.
Se è vero, com’è vero, che tutto è parola e linguaggio; la fotografia, allora, non è altro che un frammento estrapolato di testo che, continuamente viene decontestualizzato e ricontestualizzato dal nostro occhio, dal nostro sguardo. La fotografia rappresenta la nostra capacità poetica e creativa di decostruire il linguaggio. John Berger, con Il fuoco dello sguardo, Coazinzola Press, € 18,00, pag. 260, si pone in quella linea d’ombra tra immagine, poesia e poesia dell’immagine.
Per chi si nasconde 
Nelle lontane ombre dell’alba
sul lato occidentale degli alberi
che pausa si diffuse
del giorno appena iniziato
con l’arrivo del sole.

lunedì 21 settembre 2015

Laurenti Giulio, La giraffa con il nodo in gola

Un uomo è
quello che sa
quello che ignora
quello che crede di sé
quello che altri pensano sia
e soprattutto quello che ama
Giulio Laurenti, dopo i romanzi Suerte (Einaudi Stile libero) e La madre dell’uovo (Effige Edizioni), romanzo-inchiesta sul filo rosso che collega la morte di Ilaria Alpi a Carlo Giuliani; torna nelle librerie con una silloge poetica La giraffa col nodo in gola, edita da Giulio Perrone Editore. Laurenti, scrittore fine, e penna lucida e attenta, abile ad indagare la realtà in tutte le sue pieghe, comprese le più oscure e le più nascoste; scardina i confini della poesia. La ricerca di Laurenti, infatti, parte dalla poesia latina, il che lo colloca, per continuità geografica e affinità elettive, nel filone neo-classico della Scuola Romana di Poesia; quello di Gozzano, Corazzini, Scipio, Penna, Bellezza, Veneziani, per intenderci.

martedì 25 agosto 2015

Magnanti Ugo, L'edificio fermo

Questo è un mondo strano, un mondo in trasformazione, senza dubbio; in cui la modernità progredisce con illogica anarchia: a macchia di leopardo, si direbbe, senza una vera costante che dia coesione al tutto. Ecco quindi che, oggigiorno, viaggiare da Roma a Madrid, da Milano a Parigi, da Napoli a Monaco sia più veloce ed economico che avventurarsi per la più vicina provincia. Gli scambi crescono, forse, tra le grandi capitali: ecco quindi che la grande poesia, l’unica che ancora un po’ si legga, e che ancora abbia mercato, sia quella dei classici, ma soprattutto degli stranieri. Invece, se si ha la fortuna, ma anche la sfortuna di vivere ed operare qualche chilometro più a sud di una capitale, mettiamo Roma, ecco quindi che gli sforzi si moltiplicano per poter salire sul treno della grande poesia europea.
Colpa di una liberalizzazione selvaggia delle merci, dei capitali, ma anche delle persone, delle cose, delle idee. Certo la rete aiuta, ma da sola non basta. Ugo Magnanti con L’edificio fermo, pubblicato da FusibiliaLibri, Vetralla, 2015, si presenta, a noi lettori, come uno dei poeti più interessanti della “nuova ondata” della Scuola Romana di Poesia. E lo fa, non dalle pagine di un giornale o dall’assalto di una rivista, ma dalle pieghe di un libro, curato fin nei minimi dettagli, come è nello stile di FusibiliaLibri.

mercoledì 12 agosto 2015

Rosselli Amelia, Le Poesie.

Amelia Rosselli è una figura chiave della poesia italiana del ‘900, e non solo. Amelia Rosselli, infatti, ha fatto parte del Gruppo ’63, quindi della neoavanguardia, o delle cosiddette avanguardie fredde (per riprendere una distinzione di Maurizio Calvesi), ovvero di quel filone artistico che riproponeva in poesia, temi vicini a un certo concettualismo e formalismo: l’infrazione della forma portava necessariamente a un nuovo significato, poetico e culturale. Dall’altra parte della barricata, le avanguardie calde, tra cui, uno dei filoni più importanti La scuola romana di poesia, una scuola neo-classica sicuramente; in cui il recupero della tradizione, classica e latina anzitutto, si scontrava con una modernità senza confronto: una rivoluzione sul contenuto, sul messaggio, nell’ottica di una battaglia civile e culturale, per i diritti civili, la democratizzazione della cultura e il benessere economico delle classi meno abbienti.
La disputa annosa tra avanguardie fredde e calde infuriava nelle riviste letterarie dell’epoca, riecheggiando in parte la dicotomia surrealista di bretoniana memoria tra chi sosteneva l’arte per l’arte o l’arte per la rivoluzione.
Amelia Rosselli ha rappresentato e tutt’ora rappresenta il superamento di questa dialettica, in favore di una poesia italiana finalmente contemporanea.

venerdì 31 luglio 2015

D'Errigo Alessia, Pasto Vergine

Personalmente, ho letto troppa letteratura per ritenere che un codice alfa-numerico possa decretare il successo di un libro. Infatti, la mera registrazione di un testo all’”anagrafe dei libri” non garantisce nulla sua qualità; inoltre, considerare “degne di nota” solo le pubblicazioni “ufficialmente riconosciute”, per chi ha letto Hannah Arendt, Franz Kafka o Primo Levi… vuol dire entrare coscientemente in quell’assurda spirale umana che tenta di dominare l’indominabile con griglie e reticolati, inutili, arbitrari e spesso anche demoniaci... i quali, in fondo, nulla hanno a che fare con la letteratura o con la poesia, nei loro significati più elevati.
Lo stesso si può affermare di taluni critici, o presunti tali, che, forse preoccupati da una possibile concorrenza incontrollata e incontrollabile di “nuova poesia”, sembrano scordare, quasi di proposito, che l’arte, quando è vera arte, è sempre sovversiva, perché modifica le categorie attraverso cui noi concepiamo il mondo. Quindi, non deve disturbare, se anche il formato e non solo la forma o il contenuto, di un libro, può essere sovversivo. Nel Novecento, del resto, abbondano gli esempi: dai manifesti delle avanguardie, alle riviste ciclostilate; dalle poesie “faxate” agli ebook, fino al ritorno al libro come oggetto d’arte in sé. 
L’arte e la poesia in particolare esplorano ogni forma immaginabile, perché, in fondo, sono proprio questo: la vetta sublime dell’immaginazione.
Pasto Vergine di Alessia D’Errigo è un libro di poesie immaginifiche, veri e propri impulsi elettrici che prendono forma sotto i nostri occhi per colpire cuore e cervello, restituendoci il frammento di un assoluto che vive in un qui e ora.

lunedì 13 luglio 2015

D'Amato Federica, La consolazione della poesia

Negli ultimi anni, le antologie sono diventate sempre più importanti fino ad assumere il ruolo che, ormai mezzo secolo fa, avevano le riviste letterarie tradizionali.
Se, da un lato, infatti, i blog e le riviste on-line sono “le palestre”, dove i giovani talenti letterari si mettono alla prova; le antologie sono “le vetrine”, in cui si espongono i “nuovi campioni”, pronti per sfidare il grande pubblico.
A metà strada, tra una rivista tradizionale, senza obbligo di periodicità, e un libro di un unico autore, un’antologia offre un ventaglio di voci, temi e interpretazioni; dimostrandosi, quindi, uno strumento utile, anzi fondamentale, per capire cosa “si muova” o “accada” all’interno. Mi riferisco alle mode future e alle imminenti tendenze poetiche e letterarie.
La consolazione della poesia, edita da Ianieri Editore, a cura di Federica D’Amato, ci offre una ventata d’aria fresca sulla poesia contemporanea, proponendoci la scrittura di sette giovani poeti, nati tra il 1973 e il 1991: Antonio Bux, Sonia Caporossi, Alessio Di Giulio, Francesco Iannone, Valerio Nardoni, Giuseppe Nibali, Bernanrdo Pacini.

martedì 30 giugno 2015

Leopardi Giacomo, Poesie e Prose

Giacomo Leopardi è uno dei più grandi poeti italiani della modernità. La sua voce si innalza dal remoto Ottocento per rivolgersi, sempre moderna e attuale, a noi contemporanei. In un certo senso, si potrebbe persino affermare che la poesia italiana di oggi non sarebbe quella che è, senza la grandezza di Leopardi; il che, però, ha portato a considerare come assoluti della poesia, alcuni modi di concepire l’atto poetico che rispondono più a una poetica personale o “socioculturale”.

domenica 21 giugno 2015

Marco Aurelio, Pensieri

Marco Aurelio non ha certo bisogno di presentazioni. Ascoltiamo oggi alcuni dei suoi pensieri, fedeli al concetto più classico di poesia, ovvero alla sua natura di intuizione gnoseologica del vivere e del vissuto. Poco importa se assume la forma di prosa, di pensiero o di aforisma: la forma è solo un modo di manifestarsi del contenuto. Ciò che a me interessa è che dietro la parola si scorga un mondo nascosto, riflesso del nostro, con il quale, però, rimane un dialogo: dopo le avanguardie, la distruzione delle forme tradizionali della poesia, e l’ibridazione delle arti, è anacronistico nonché impraticabile fissare un criterio di distinzione logica tra ciò che è poesia e ciò che non lo è, basandosi solo sul mero aspetto formale o contenutistico del componimento.

“Molti granelli di incenso sullo stesso altare: uno è caduto prima, l’altro dopo; ma, in fondo, non fa alcuna differenza.”
I Pensieri di Marco Aurelio sono una riflessione filosofica che assume i tratti della poesia o del poema in prosa, affine a una certa tradizione orientale da Osho a Mao, passando per Kuang-Tsen; o a certa poesia latinoamericana, soprattutto quella di autori di origine giapponese come il Boliviano Pedro Shimose.

martedì 16 giugno 2015

Toni Alberto, Vivo Così

A differenza di molti miei colleghi, io non penso che la critica letteraria debba essere “a servizio” dell’autore o dell’opera; o almeno, che lo debba essere nella misura in cui questo servizio si esplicita in una mediazione tra l’opera e il pubblico, che avviene attraverso la poetica del critico, il quale non risponde alla domanda “perché un’opera è bella” -visto che i canoni estetici di riferimento sono stati spazzati via dalla Storia - quanto piuttosto alla domanda “perché un’opera è indispensabile oggi”.
In un periodo di sovrapproduzione poetica - tecnica e linguistica - mettere l’accento su alcune questioni è fondamentale per orientarsi nella giungla dell’offerta artistica e culturale, in cui, tutto convive con tutto in una spirale ribassista che pare irrefrenabile.
Più che una critica “di servizio”, o una “sociologia mercantilistica”, la mia vuole essere una critica “di responsabilità”, una critica in questo senso “che brucia” (ricordando una nota antologia di Renzo Paris), in cui il critico stesso rischia e si mette in gioco, davanti agli occhi, - ma soprattutto al giudizio insindacabile - del lettore.
Del resto, amara verità, nel “teatrino” della letteratura vale il vecchio adagio: tutti sono fondamentali, nessuno è indispensabile, neanche i grandi classici, neppure i mostri sacri (basta vedere la polvere sugli scaffali delle biblioteche e le copie invendute, nonostante i prezzi stracciati, sulle bancarelle del modernariato).
Questo è un duro principio di realtà, a cui nessuno si può sottrarre.
Con Alberto Toni, Vivo così, Nomos Edizioni, pp.104, euro 14, vado sul sicuro. 

sabato 6 giugno 2015

Pacini Bernardo, Perfavore Rimanete Nell'Ombra


Pacini Bernardo, Perfavore Rimanete Nell'Ombra (con foto di Valentino Barachini), Origini Edizioni, Livorno, 2015.
In un tempo di dematerializzazione della parola, l’oggetto libro torna di prepotenza sulla scena, e da mero supporto tecnico, fisico, si riappropria della sua materialità e si converte esso stesso in un’opera d’arte. Così come agli albori della modernità, nel medioevo o nell’antichità, la parola poetica non poteva essere scissa dalla voce o dal canto che la declamava; adesso, in un’era di conversione dell’inchiostro in un impulso elettromagnetico, torna a vibrare la matericità della carta. E lo fa con assoluta violenza, svincolando l’opera d’arte dalla riproducibilità tecnica; riproducibilità che, in definitiva, e a posteriori, ha creato più simulacri di quanto all’inizio ci si potesse aspettare, trascinando verso il basso, con un’aspirale deflazionistico, non solo l’industria della cultura (i poeti per loro fortuna, se sono veri poeti, campano di tutto, persino d’aria), ma anche e soprattutto il godimento estetico.

domenica 31 maggio 2015

Paoletti Mario, Di oggi Omero prende solo il fiore

Mario Paoletti, Di oggi, Omero prende solo il fiore (a cura di A. Tiberia), FusibiliaLibri, Vetralla, 2015

Mario Paoletti, è uno scrittore argentino incarcerato dal regime di Videla e poi espulso dal suo paese d’origine. Esiliato in Spagna, vive a Toledo, dove dirige “Il centro studi internazionali della Fondazione Ortega y Gasset”. FusibiliaLibri, grazie al lavoro dell’ottima traduttrice, Antonietta Tiberia, lo propone per la prima volta al pubblico italiano.

sabato 23 maggio 2015

Majakovskij Vladimir, Poesie


Majakovskij Vladimir, Poesie (ed. a cura di Carpi G), Bur, Milano, 2008

Majakovskij, per me, è semplicemente questo: il frutto di «nuova cultura» che ha trasformato forma e contenuto, arrivando a una nuova intuizione della vita, fino a farla diventare un nuovo modo di sentire e di vedere la realtà.
Rileggendo le poesie di Majakovskij, infatti, mi sono tornate in mente alcune riflessioni di Gramsci sull’Arte e la Cultura.
“Che si debba parlare, per essere esatti, di lotta per una «nuova cultura» e non per una «nuova arte» (in senso immediato) pare evidente. Forse non si può neanche dire, per essere esatti, che si lotta per un nuovo contenuto dell'arte, perché questo non può essere pensato astrattamente, separato dalla forma.

mercoledì 20 maggio 2015

L'ascolto


Questo Blog parte dall’esperienza di Dal Fondo - La poesia dei marginali (antologia poetica a cura di Carlo Bordini, Antonio Veneziani, Ivana Nigris e Carla Troianelli, edito da Savelli nel 1978 e ristampato a Roma da Avagliano nel 2007). Recita la prefazione:
“In una situazione in cui grande importanza assume l’immediatezza e l’istintività dl gesto, più che una scelta, scrivere versi diviene necessità: si scrivono poesie perché non c’è altro mezzo per rompere i codici di un linguaggio ‘corrente’ che si è ridotto, ormai, ad una serie di gerghi massificati, fatti di frasi morte, che non comunicano e non vibrano”.

martedì 19 maggio 2015

Claudio Marrucci



Claudio Marrucci
Laureato e specializzato in Lingue Moderne alla Sapienza di Roma, máster in Profesorado de Lengua Española e licenciado in Filología Hispánica all’Università Complutense di Madrid, ho seguito corsi di formazione della Harvard University.